Mobilità 2017: trattativa in stallo. Gilda non firma l’intesa, la legge 107 va cambiata – Professionisti Scuola

Come è già accaduto l´anno scorso, anche per la chiusura del contratto sulla mobilità 2017/2018 i tempi si allungano. Nonostante l´esame degli articoli contenuti nell’ipotesi di contratto sia terminato spiega in un comunicato Gilda degli insegnanti la trattativa è ancora ferma sull’accordo relativo all’individuazione delle competenze da utilizzare per la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici.

Si ripropone, dunque, lo stesso problema rimasto aperto lo scorso anno con la cosiddetta sequenza contrattuale che prevede un elenco di competenze molto lungo tra le quali i dirigenti scolastici dovrebbero individuare, in base al PTOF, le professionalità da inserire negli organici delle scuole. Ed esattamente come l´anno scorso, in questa lista risulta del tutto assente qualsiasi riconoscimento dell’anzianità di servizio.

Inoltre, come dichiarato in una intervista a Dire, Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti: la Gilda non ha firmato l´intesa politica sulla mobilità dello scorso 29 dicembre, siglata dalle altre OO.SS, perché riteniamo che la Legge 107 vada cambiata.

E non c´è intenzione di siglarla finché questo cambio non sarà fatto. Noi non abbiamo firmato l´intesa sulla mobilità, con tutto il rispetto per la buona volontà del nuovo ministro che si è prodigata.

Perché tutto ciò?

Perché riteniamo che il quadro normativo, cioè la Legge 107 che prevede gradualmente il passaggio della titolarità degli insegnanti da scuola all’ambito territoriale, e la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici, sono norme che non condividiamo e non pensiamo che possano funzionare semplicemente con un contratto. Quindi bisogna modificare la legge e poi si possono scrivere nuove norme sulla mobilità, altrimenti non ne veniamo fuori. Anzi, si rischiano pasticci, gli effetti si sono visti a inizio di quest’anno. (…).Le conseguenze di questi pasticci le subiscono gli insegnanti e gli alunni che non hanno continuità didattica. Dal 1 settembre gli insegnanti dovrebbero essere al loro posto. Ma non è così. E negli ultimi anni le cose sono peggiorate. Sono in corso trattative per il contratto della mobilità, ed è una cosa molto complessa. C´è un grosso problema, quello degli insegnanti spostati a nord e a sud e che vorrebbero tornare a casa. Ma i posti sono pochi. La gente non riesce a tornare a casa. La Gilda quindi chiede il cambiamento della legge: si deve essere chiamati nelle scuole in base alla graduatoria.

Tuttavia, Di Meglio ha apprezzato la disponibilità del nuovo ministro: da parte sua massima apertura, lo apprezzo anche se le condizioni politiche restano difficili ma non a causa di questo ministro.

 

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