L’esito incerto della direzione Pd ha, sì, segnato una tregua tra Renzi e la minoranza, consentendo ai senatori Democrat di restare uniti alla prima votazione. Ma la trattativa sul merito non procede e di questo passo, o Renzi rinuncia a punti qualificanti della riforma, o in Senato non avrà i numeri per farla passare. Ecco perché il premier sta valutando se rinviare tutto di un anno, comprese le assunzioni dei precari che alcuni dei suoi oppositori interni vorrebbero varare come stralcio. Nuova forzatura per convincere i riottosi Pd ad approvare la legge? O prima, esplicita ammissione di sconfitta e di impossibilità di cambiare le cose, con un pezzo del suo partito che rema contro? Le conseguenze, in questo secondo caso, sarebbero devastanti. Nessun’altra riforma potrebbe superare i veti del Senato e la legislatura si avviterebbe su se stessa.
Sorgente: Riforma della scuola, forzatura o sconfitta – La Stampa